Diploma "TIM e vari altri di natura professionale, ma la passione più profonda è verso le materie letterarie, che lo fanno sentire un eterno studente. Conoscenza di diverse lingue straniere, con permanenze all’estero. Ogni risultato nella vita è sempre giunto con un certo ritardo, ma va bene anche ... (continua)
Nell'albo d'oro:
Alla vicina risanata
Il ciclamino soffre al tuo balcone
rigonfio del suo duolo e vuol morire
e l’orchidea che piange e si dispera
vorrebbe almen compagne in sfogo amico.
Basilico che mano più non coglie
rimpiange e inoperoso sta appassendo.
la vita sua è finita se... leggi...
Madre infelice
Il tempo passa e più non vedo il figlio,
il mio piccino, pargolo adorato;
il latte mi succhiò sol venti giorni ...
poi il cuore ebbi gettato su di un carro!
Contare il suo denar vidi il pastore
che compensare mai potea tal giglio
e persa anche la... leggi...
Il lumacone
Di quella star è cavalier servente,
inchini e baciamani ad ogni incontro.
Lei non dà nulla, e lui non chiede niente,
sol pago di scansar di lei le rogne!
E d'ogni impegno lui si rende immune,
soltanto per seguirla nei bisogni.
Su... leggi...
Sesso ingannevole
D'austro emisfero è nota una vespotta,
che le sue uova inietta dentro un verme,
di cui poi larve fan... cibo vivente.
Ma ancora più ingegnoso si dimostra
il maschio dopo l’atto d’accoppiarsi:
quell’attimo ch'altro rival... leggi...
Le risorse del pastore
Chi mancò d’altre risorse,
sé di propria man soccorse.
Meglio usar mano e cervello
e non molestar l’agnello!
So per certo che l’abbacchio
del pastore è l’intrallazzo,
ché più d’uno ha confidato
alla pecora essere grato.
"Son qui nei pressi, ti vengo a trovare!"
Sull'uscio ancor, l'orecchio al cellulare,
squillando ancora, appena ha terminato ...
Son stato ad aspettare, rassegnato.
Ha detto:"Scusa sai, era importante!"
Per nulla... leggi...
Eccesso telematico
Nessun solo ama restare
che sia uomo oppure cane
ma con chi un po' gli somiglia
s'accompagna e si consiglia.
E coi mezzi che oggi abbiamo
è davvero molto raro
che si manchi un buon rapporto
in un modo oppur un altro.
Ti prego nerchia mia,
resta silente!
Stai calma e buona lì,
cessa i lamenti!
T’ho sempre curata,
lisciata, pasciuta...
con ottimo sangue,
quel mio, t’ho nutrita.
Di carne servita,
allorquando ho potuto,
persin stimolata ...
e video-... leggi...
A Leopardi
Poeta eccelso tra i più grandi nostri,
poco apprezzato però in vita fosti.
La tua grandezza solo fu sorgiva,
dopo tua solitaria dipartita.
Ah, se sapessi come m’hai rapito!
e, dentro al cuore, quanto ti ho capito,
ché in vita mia, pur se... leggi...
Fortuna e sfiga
Con me non ho corni, né ferri d’equini,
non credo a flussi astrali od indovini
e non seguo esempio di gente famosa
che tiene in gran conto la cosa insensata.
Persin del teatro, qualcun che fu un mito,
affermò: "Non esiste... eppur vi... leggi...
La vedetta
Seminascosta sul balconcino sta;
tutto controlla, s'informa e sa.
Quel suo balcon è pien di panni stesi,
per finta sciorinati lì, da mesi.
Pezze vi sono,
pezzette e pezzuole
e qualche volta ...
anche un lenzuolo.
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La vicenda del romanzo si svolge in un paese della Sardegna all’inizio del XX secolo. Lo sfondo della narrazione è il (leggi...) € 0,99
pompeo conte
Pomezia, primordiale sorella
Sociale
A rammentare son rimasti in pochi
quegli anni da pionieri qui vissuti
malsana landa a convertir feconda
ove natura ancora primordiale
nel corso dei millenni ha sonnecchiato.
Tra cinguettare, e d'acque un mormorio
con speme nel futuro e confidenti,
dall'indol buona i mitici coloni
accorser poi le terre a seminare,
per tante, troppe bocche da sfamare.
Immerse nel silenzio eran le case,
di buon mattin ognuno già operoso,
davanti all'uscio assisi poi di sera
con ventola girante senza posa,
e alcun nell'aia ad innaffiar le rose.
Io ti rispetto, ché nascesti prima,
di ben due anni tu mi sei maggiore,
di guerra tu all'inizio, ed io alla fine,
né ch'io possa vantarmi esser qui nato:
venni ventenne,"l'altro" era finito!
Ed ero bimbo quando cadde il Duce...
fra tanti orrori, pur del buono fece,
quant'altro giudicar, dovrà la Storia!
Da fabbriche fiorenti qui allettato,
del resto colgo quanto è rivelato.
Opera pubblicata ai sensi della Legge 22 aprile 1941 n. 633, Capo IV, Sezione II, e sue modificazioni. Ne è vietata qualsiasi riproduzione, totale o parziale, nonché qualsiasi utilizzazione in qualunque forma, senza l'autorizzazione dell'Autore.
La riproduzione, anche parziale, senza l'autorizzazione dell'Autore è punita con le sanzioni previste dagli art. 171 e 171-ter della suddetta Legge.
Nota dell'autore:
«Pomezia è la città dove vivo ormai da da molti anni. Fu fondata il 29 novembre del 1939, al termine della bonifica delle Paludi Pontine e dopo la nascita di Nettuno, Aprilia e Sabaudia.»
Commenti di altri autori:
«Complimenti, una stesura molto profonda e interessante, avvenimenti passati alla storia e vicende di vita vissuta raccontate con una maestria davvero notevole, versi che si lasciano leggere e coinvolgono per la sua veridicità. Una trama molto bella, con una terminologia di ampia classe culturale, una trasposizione di alto valore sia poetico che storico, mi complimento con l'autore.»
«Credo di capire ciò che il poeta ha voluto trasmettere con la sua poesia. Le case, i luoghi dove nasciamo, o comunque trascorriamo la parte forse più importante della nostra vita (l'infanzia, l'adolescenza, la giovinezza) lasciano in noi un'impronta indelebile. Forse perché sono nato anch'io, nel dopoguerra, in una di quelle solide case "mussoliniane" per gli operai dell'allora lì nascente industria automobilistica ed aeronautica, in un comune fino ad allora prevalentemente agricolo in provincia di Napoli, ho sempre pensato che qualcosa mi legava sottilmente all'Agro pontino, riempitosi a quei tempi di genti di tutta Italia speranzose in un futuro più radioso, che forse si sarebbe potuto realizzare se l'Italia non fosse entrata in guerra.»